Esempio "Azienda Ventola" UD1
Analisi di gestione mediante indici di bilancio - Economia agraria

Analisi di Gestione - Esempio "Azienda Ventola" UD1

 

Tabella 1 SCHEMA PROVVISORIO SPESE – GUADAGNI (DATI AZIENDALI)

GUADAGNI

vendita grano

L. 22.500.000

vendita girasole

L. 27.000.000

lavoro c/terzi

L. 450.000

interessi attivi

L. 719.000

vendita rimorchio

L. 800.000

TOTALE GUADAGNI

L. 51.469.000

SPESE

acquisto fertilizzante

L. 1.300.000

seme girasole

L. 3.000.000

diserbante

L. 1.380.000

carburanti e lubrificanti

L. 1.000.000

riparazione seminatrice

L. 300.000

spese generali

L. 570.000

rata mutuo

L. 5.861.372

interessi passivi

L. 650.000

oneri sociali

L. 1.300.000

imposte e tasse

L. 2.500.000

acquisto rimorchio

L. 3.500.000

noleggi passivi

L. 2.700.000

TOTALE SPESE

L. 24.061.372

GUADAGNO NETTO

L. 27.407.628


A questo punto però, per essere sicuro di aver fatto i conti in modo corretto, decide di chiedere un parere a Angelo, il suo tecnico di fiducia. Questo rimane meravigliato dall’ordine con cui sono stati annotati i fatti gestionali ed è ben lieto di aiutare l’imprenditore, ma gli spiega subito che i dati così organizzati non sono sufficienti per esprimere il risultato economico della gestione, bensì è necessario effettuare alcune correzioni ed integrazioni.

In primo luogo Angelo fa notare che sono stati commessi due errori nello schema:

  • la rata del mutuo è composta da una quota capitale e da una parte di interessi, e solo questi ultimi sono influenti ai fini della determinazione del reddito aziendale. È quindi errato inserire tra le spese dell’azienda tutto l’importo della rata, come aveva fatto il signor Ventola,

  • l’acquisto e la vendita di beni strumentali, allo stesso modo, non possono costituire dei guadagni o delle spese per l’azienda, riferibili all’anno; infatti il rimorchio acquistato verrà utilizzato per un periodo di tempo ben più lungo dell’anno e quindi solo una parte del suo valore rappresenta un costo per l’anno in oggetto (ammortamento). Anche la vendita dell’usato non può costituire un guadagno, trattandosi invece di una variazione a livello patrimoniale; l’eventuale guadagno o perdita (plusvalenza o minusvalenza) si registra quando si vende un bene ammortizzabile per un importo diverso dal valore netto (costo storico meno ammortamenti).

Da tutto ciò Angelo fa presente che è necessario avere ulteriori informazioni e il signor Ventola è ben lieto di collaborare per fornirle. Gli elementi aggiuntivi che risultano dall’impegno congiunto di Angelo e del signor Ventola sono:

  • il mutuo a medio termine a cui si fa riferimento era stato acceso per un importo di £ 35.000.000 nel 1991, ad un tasso di interesse agevolato del 7% annuo, e da rimborsare in 8 anni, a partire dal 1992, con delle rate annue costanti posticipate. Questa è praticamente la seconda rata che viene pagata. Con questi dati, facendo il calcolo del piano di ammortamento del mutuo, si riesce a scorporare la quota capitale dalla parte di interessi per ciascuna rata, fino a totale estinzione del mutuo stesso; per la seconda rata, quella pagata appunto il 31/8/93 risulta una quota capitale di £ 3.650.168 e una di interessi di £ 2.211.204. a questo punto sorge un altro problema: poiché il periodo di riferimento della rata pagata nel 1993 va dal 31/8/92 al 31/8/93, solo una parte degli interessi pagati con la seconda rata è di competenza del 1993, e precisamente quella che va dal 1/1/93 al 31/8/93, mentre la parte rimanente è di competenza del 1992; d’altro canto per il periodo che va dal 31/8/93 al 31/12/93 bisogna imputare parte degli interessi relativi alla terza rata. Gli interessi del mutuo di competenza del 1993 saranno pertanto pari a £ 2.126.033, come risulta dalla Tabella 2;

Tabella 2 DETERMINAZIONE INTERESSI PASSIVI DEL PERIODO

 

Interessi annui

Interessi mensili

Interessi periodo

Interessi passivi 1/1 – 31/8

2.211.204

184.267

1.474.136

Interessi passivi 31/8 – 31/12

1.955.692

162.974

651.897

Totale interessi passivi

 

 

2.126.033

  • non è corretto inserire tra le componenti positive del reddito l’importo delle vendite di beni pluriennali come il rimorchio in quanto costituiscono una variazione del patrimonio; l’eventuale plusvalenza (o minusvalenza) che ne deriva va ad aumentare (o diminuire) il valore del Capitale Netto. Considerando l’utilizzo del bene e il tempo intercorso dal suo acquisto, si può attribuire un valore di £ 1.000.000 al rimorchio usato. Il fornitore non ha però pagato questo importo in considerazione della costosa riparazione che doveva effettuare sul rimorchio stesso. In questa situazione si è pertanto originata una minusvalenza pari a £ 200.000 (£ 1.000.000 - £ 800.000);

  • d’altro canto non è nemmeno corretto inserire tra le componenti negative di reddito l’intero ammontare dell’acquisto del rimorchio, in quanto, anche se fosse stato pagato totalmente entro l’anno 1993, è un’attrezzatura che verrà utilizzata per diversi anni (ad esempio 8), e quindi il suo costo dovrà essere ripartito in 8 parti da imputare ognuna ad un determinato anno (Tabella 3);

Tabella 3 DETERMINAZIONE AMMORTAMENTO RIMORCHIO

Descrizione

Anno acquisto

Valore acquisto

Durata (anni)

Ammortamento annuo

Rimorchio

1993

3.500.000

8

437.500

  • lo stesso problema si presenta per tutte le altre macchine e/o attrezzature, e per i beni immobili che l’azienda agricola possiede, anche se non acquistati nel corso dell’anno. Anche in questo caso, pur non essendoci un’uscita di denaro, il fatto stesso che i beni strumentali vengano utilizzati, e che diminuiscano il loro valore, determina il calcolo del loro ammortamento, che costituisce un costo per l’azienda ripartito in ciascun anno di vita del bene. Angelo chiede allora al signor Ventola di compilare una tabellina simile alla Tabella 4, inserendo i dati di tutte le altre macchine e attrezzature aziendali, in modo da determinare in modo corretto il valore dell’ammortamento.

 Tabella 4 DETERMINAZIONE AMMORTAMENTI ANNUI INVESTIMENTI AZIENDALI

Descrizione

Anno acquisto

Valore acquisto

Durata (anni)

Ammortamento annuo

Trattrice

1991

40.000.000

10

4.000.000

Seminatrice

1985

2.200.000

10

220.000

Aratro

1980

600.000

15

40.000

Erpice

1985

1.800.000

15

120.000

Spandiconcime

1987

900.000

10

90.000

Botte diserbo

1985

700.000

10

70.000

Magazzino

1978

25.000.000

20

1.250.000

Rimessa attrezzi

1978

16.500.000

20

825.000


Angelo chiede inoltre al signor Ventola che destinazione hanno avuto i 50 quintali di grano che non sono stati venduti nell’anno. La risposta è che, per una piccola parte (5 q) sono stati utilizzati per l’allevamento del pollame (destinato solo al consumo familiare), una parte (25 q) è stata selezionata , spendendo £ 500.000, per essere usata come semente per l’anno successivo, mentre 20 q sono ancora nel magazzino dell’azienda Ventola.
Un'altra informazione richiesta si riferisce a quante spese erano già state sostenute l’anno precedente per la coltura grano raccolta nel corso del 1993, in particolare per la semina, la concimazione autunnale, ecc.. L’imprenditore agricolo stima una somma di £ 2.300.000 circa. D’altro canto è anche importante conoscere l’ammontare delle spese sostenute per la coltura grano che si raccoglierà nel 1994. In questo caso, per le sementi si è ricorsi alla produzione interna selezionata, sostenendo un costo aggiuntivo di £ 500.000, oltre al valore dei 25 quintali di grano, che si può stimare in circa £ 750.000; altre spese sostenute per la coltura dell’anno successivo ammontano complessivamente a £ 450.000.
A questo punto il tecnico e l’imprenditore agricolo, di comune accordo redigono un nuovo schema Spese – Guadagni (Tabella 5), dal quale risulti in modo corretto l’ammontare del reddito netto ottenuto dall’attività per l’azienda agricola. Questo prospetto altro non è che il Conto Economico nel quale si nota subito come il Guadagno Netto (Reddito Netto) si sia ridotto di oltre £ 1.150.000, dopo aver proceduto a tener conto di tutti gli elementi che correttamente vanno inseriti tra le componenti economiche.

Tabella 5 SCHEMA DEFINITIVO SPESE – GUADAGNI (CONTO ECONOMICO)

GUADAGNI

vendita grano

L. 22.500.000

vendita girasole

L. 27.000.000

lavoro c/terzi

L. 450.000

interessi attivi

L. 719.000

autoconsumo

anticipazioni colturali finali

rimanenze finali

L. 150.000

L. 1.700.000

L. 600.000

TOTALE GUADAGNI

L. 53.119.000

SPESE

acquisto fertilizzante

L. 1.300.000

seme girasole

L. 3.000.000

diserbante

L. 1.380.000

carburanti e lubrificanti

L. 1.000.000

riparazione seminatrice

L. 300.000

spese generali

L. 570.000

rata mutuo

L. 2.126.033

interessi passivi prest. cond.

L. 650.000

oneri sociali

L. 1.300.000

imposte e tasse

L. 2.500.000

noleggi passivi

ammortamento rimorchio

altri ammortamenti

anticipazioni colturali iniziali

L. 2.700.000

L. 437.500

L. 6.615.000

L. 2.300.000

TOTALE SPESE

L. 26.178.533

GUADAGNO NETTO

L. 26.940.467


Angelo spiega che con pochissimo lavoro aggiuntivo si possono ricavare molte atre informazioni sull’andamento gestionale dell’azienda. Incuriosito, il signor Ventola gli chiede di spiegarsi un po’ meglio, e dichiara la sua disponibilità. Angelo gli parla allora della riclassificazione del Conto Economico, e cioè di un metodo che, partendo dallo schema che hanno ottenuto, attraverso una riesposizione delle spese e dei guadagni, evidenzia delle componenti importanti per la gestione, quali la Produzione Lorda Vendibile, il Valore Aggiunto, il Prodotto Netto e il Reddito Operativo. Attraverso questo nuovo schema in primo luogo sarà possibile fare una suddivisione tra l’attività agricola in senso stretto e gli altri impegni che gli ruotano attorno (gestione finanziaria, accessoria, straordinaria, ecc.).
In seguito all’applicazione della riclassificazione, lo schema prodotto da Angelo e dal signor Ventola si configura nel modo prospettato in Tabella 6; i valori sono espressi in migliaia di lire per rendere ancora più agevole la lettura dei risultati. Il tecnico fa notare all’agricoltore alcune importanti indicazioni che scaturiscono dalla tabella ottenuta:

  • il valore della produzione vendibile (PLV) è stato quasi di 49 milioni;

  • le attività tipicamente agricole hanno originato un reddito (operativo) di poco superiore ai 30 milioni;

  • nel complesso l’azienda ha prodotto un reddito (netto) di poco superiore ai 26 milioni.

Tabella 6 IL CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO

ricavi di vendita

autoconsumi

anticipazioni colturali finali

rimanenze finali

anticipazioni colturali iniziali (-)

49.500

150

1.700

600

2.300

PRODUZIONE LORDA VENDIBILE

49.650

materie prime

noleggi passivi

manutenzioni e riparazioni

spese generali

6.680

2.700

300

570

VALORE AGGIUNTO

39.400

ammortamenti

7.052

PRODOTTO NETTO

32.348

oneri sociali

1.300

REDDITO OPERATIVO

31.048

interessi passivi (-)

interessi attivi

imposte e tasse (-)

contoterzismo

2.776

719

2.500

450

REDDITO NETTO

26.940


Angelo spiega che questi sono solo dei primi risultati; per esprimere delle valutazioni sono necessarie altre informazioni che coinvolgono anche il patrimonio dell’azienda, in quanto è ben diverso produrre 100 avendo investito 1.000, oppure avendo investito 10.000.
Decidono allora di salutarsi e di rinviare ad un prossimo incontro il prosieguo della discussione con l’accordo che nel frattempo il signor Ventola prepari una sintesi della struttura dell’azienda a fine anno 1993, una specie di fotografia di quello che è presente in azienda, indicando separatamente il valore del capitale fondiario e di quello agrario, la presenza di crediti e di debiti, sia a breve che a medio-lungo termine, la disponibilità di denaro liquido in cassa ed in banca. Ventola rimane un po’ perplesso specie per l’ultima richiesta, ma annuisce e lo saluta cordialmente.
Qualche giorno dopo l’incontro con il tecnico, il signor Ventola si mette a tavolino a riflettere su quanto discusso e decide di preparare una tabellina sulla struttura della sua azienda, per sottoporla poi a Angelo per eventuali correzioni e/o integrazioni.

Vediamo quali sono i punti salienti dell’analisi del signor Ventola.

  • Le macchine e le attrezzature presenti in azienda sono già state rilevate precedentemente per il calcolo degli ammortamenti (Tabella 3 e Tabella 4).

  • Stesso discorso vale per i fabbricati (magazzino e rimessa attrezzi) rilevati sempre nella Tabella 4.

  • Il terreno che coltiva, pari a circa 35 ha, è stato acquistato in parte (15 ha) nel 1978, assieme alla casa colonica, pagando una somma di £ 90.000.000; successivamente, nel 1985 la superficie aziendale si è ampliata per l’acquisto di altri 20 ha, per un importo di £ 101.500.000.

  • Alla fine dell’anno l’azienda non vanta nessun credito verso i suoi clienti, mentre deve ancora pagare metà del conto del mietitrebbiatore (£ 1.350.000), e una parte delle spese sostenute nell’anno per £ 3.700.000.

  • Nell’azienda è presente un mutuo a medio termine, acceso per £ 35.000.000 e giunto al terzo anno di rimborso. I dati relativi al mutuo sono già stati presentati.

  • A fine anno il saldo del conto corrente bancario è di £ 13.000.000, mentre in cassa vi sono £ 700.000.

A questo punto il signor Ventola prova a sintetizzare i punti salienti sopra esposti attraverso uno schema, in cui da una parte inserisce il patrimonio della sua azienda, e dall’altra i debiti e i mutui che essa ha assunto (Tabella 7). Di nuovo, prende un appuntamento con Angelo per correggere assieme a lui gli eventuali errori ed operare delle integrazioni, in modo da costituire un quadro completo della situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda. Anche questa volta il signor Ventola ha commesso qualche imprecisione e non ha tenuto conto di tutti gli elementi fondamentali per la determinazione della situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda.
Vediamo quali osservazioni Angelo rivolge al signor Ventola.

  • In primo luogo il valore di macchine, attrezzature e fabbricati che deve essere preso in considerazione è un valore al netto degli ammortamenti che sono già stati accantonati. Le tecniche da adottare potrebbero essere due: o si lascia il valore del bene al momento del suo acquisto e nella sezione opposta si iscrivono i relativi fondi di ammortamento per il valore complessivamente ammortizzato, oppure si inserisce il valore dei beni strumentali, già decurtato di quello degli ammortamenti. Si opta per questa seconda strada. Per ogni bene viene quindi calcolato l’ammortamento maturato fino al momento attuale, come risulta dalla Tabella 8.

Tabella 7 SCHEMA PROVVISORIO STATO PATRIMONIALE

BENI

Macchine (trattrice)

L. 40.000.000

Attrezzature

L. 6.200.000

Fabbricati

L. 41.500.000

Terreni

L. 150.000.000

Banca c/c

L. 13.000.000

Cassa

L. 700.000

TOTALE

L. 251.400.000

DEBITI

Fornitori

L. 5.050.000

Mutuo

L. 23.277.257

TOTALE

L. 28.327.257


Tabella 8 DETERMINAZIONE VALORE RESIDUO INVESTIMENTI AZIENDALI

Descrizione

Anni ammort.

Valore acquisto

Ammortamento annuo

Ammortamento totale

Valore residuo

Trattrice

3

40.000

4.000

12.000

28.000

Seminatrice

9

2.200

220

1.980

220

Aratro

14

600

40

560

40

Erpice

9

1.800

120

1.080

720

Spandiconcime

7

900

90

630

270

Botte diserbo

9

700

70

630

70

Rimorchio

1

3.500

438

438

3.063

Magazzino

16

25.000

1.250

20.000

5.000

Rimessa attrezzi

16

16.500

825

13.200

3.300

TOTALE Macchine (Trattrice)

4.000

12.000

28.000

TOTALE Attrezzature

978

5.318

4.383

TOTALE Fabbricati

2.075

33.200

8.300

  • Nel calcolo del valore residuo del mutuo, il signor Ventola ha detratto dal prestito iniziale l’importo complessivo delle due rate pagate; in realtà la procedura corretta è quella di sottrarre solo la parte di capitale pagata in ogni rata. Dalla Tabella 9, che espone il piano di ammortamento del mutuo, si evidenzia che al 31/12/93 l’importo residuo è pari a £ 27.938.460.

Tabella 9 CALCOLO DEL PIANO DI AMMORTAMENTO DEL MUTUO

Scadenza

RATA n°

Totale rata

Interesse

Quota ammortamento

Debito residuo

31/8

1992

1

5.861.372

2.450.000

3.411.372

31.588.628

31/8

1993

2

5.861.372

2.211.204

3.650.168

27.938.461

31/8

1994

3

5.861.372

1.955.692

3.905.679

24.032.781

31/8

1995

4

5.861.372

1.682.295

4.179.077

19.853.704

31/8

1996

5

5.861.372

1.389.759

4.471.612

15.382.092

31/8

1997

6

5.861.372

1.076.746

4.784.625

10.597.466

31/8

1998

7

5.861.372

741.823

5.119.549

5.477.917

31/8

1999

8

5.861.372

383.454

5.477.917

0

  • Altri elementi che devono essere considerati nella determinazione della situazione patrimoniale e finanziaria dell’azienda sono le rimanenze e le anticipazioni colturali finali, che vanno inserite come componenti attive dell’azienda.

  • L’imprenditore usa un unico conto corrente per la gestione familiare e aziendale; è opportuno in questo caso separare i movimenti finanziari derivanti dalle attività aziendali da quelli legati alla vita familiare attraverso la lettura dell’estratto conto; in futuro è consigliabile aprire un conto dedicato esclusivamente all’azienda se si vuole mantenere chiarezza nella gestione finanziaria.

  • Un’ultima considerazione si deve riferire al modo in cui sono stati conteggiati gli interessi passivi sul mutuo per lo schema Spese - Guadagni. Ricordiamo che si è proceduto ad imputare parte degli interessi relativi alla terza rata (somma pari a £ 651.897), che verrà pagata solo ad agosto del 1994. In questa situazione si origina un rateo passivo, che trova la sua collocazione nel passivo dello Stato Patrimoniale.

A questo punto per completare lo schema occorre calcolare le risorse finanziarie dell’imprenditore investite in azienda (Capitale proprio o netto) facendo la differenza tra il totale dei beni investiti e dei debiti assunti. Angelo redige nuovamente lo schema che si presenta come mostrato in Tabella 10. La prima impressione che si ricava è relativa alla forte presenza di beni immobili finanziati quasi esclusivamente con il capitale proprio.
Angelo informa il signor Ventola che riuscirà a fornirgli ulteriori indicazioni sulla sua situazione finanziaria e patrimoniale solo dopo aver proceduto alla riclassificazione dello Stato Patrimoniale (questo è il nome del prospetto che hanno elaborato). Si tratta anche in questo caso di riesporre le voci dell’Attivo e del Passivo sulla base del criterio di liquidità crescente, cioè sulla possibilità di convertire in denaro liquido le varie componenti del bilancio. Come anche nella riclassificazione del Conto Economico, anche ora i valori si possono esprimere in migliaia di lire per agevolare la lettura delle cifre. Si evidenzia subito come l’azienda sia fortemente capitalizzata (il capitale fondiario rappresenta la quota più consistente degli impieghi aziendali), soprattutto per il valore del terreno, che da solo supera la somma di tutti gli altri investimenti. Dal lato delle fonti si conferma come l’azienda sia stata finanziata soprattutto con mezzi propri dell’imprenditore e con una modesta quota di debiti a medio e lungo periodo (mutui).

Tabella 10 STATO PATRIMONIALE DEFINITIVO

ATTIVO

Macchine

28.000.000

Attrezzature

4.382.500

Fabbricati

8.300.000

Terreni

150.000.000

Banca c/c

13.000.000

Anticipazioni colturali finali

1.700.000

Rimanenze finali

600.000

Cassa

700.000

TOTALE

206.682.500

PASSIVO

Debiti v/fornitori

5.050.000

Mutuo

27.938.461

Capitale proprio

146.101.675

Utile

26.940.467

Rateo passivo

651.897

TOTALE

206.682.500


A questo punto Angelo afferma che vi sono quasi tutti gli elementi di base per poter condurre un’analisi più approfondita sull’azienda, sia da un punto di vista reddituale (conto economico riclassificato), che finanziario e patrimoniale (stato patrimoniale riclassificato) (Tabella 11).
Per far questo è preferibile esprimere i risultati così riclassificati in valore percentuale, comparandoli magari con quelli di altre aziende simili. Angelo quindi si congeda dall’imprenditore promettendogli che di lì a qualche giorno sarebbe ritornato con dei risultati di sintesi sulla gestione aziendale.

Tabella 11 STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO

IMPIEGHI FINANZIARI

206.683

CAPITALE FONDIARIO

158.300

Terreni

150.000

Impianti e fabbricati rurali

8.300

CAPITALE AGRARIO

34.683

Macchine

28.000

Attrezzature

4.383

Rimanenze finali

600

Anticipazioni colturali finali

1.700

LIQUIDITA' DIFFERITE

-

Crediti

-

LIQUIDITA' IMMEDIATE

13.700

Banca c/c

13.000

Cassa

700

FONTI DI FINANZIAMENTO

206.683

PASSIVITA' CORRENTI

5.702

Fornitori

5.050

Ratei passivi

652

PASSIVITA' CONSOLIDATE

27.938

Mutui

27.938

MEZZI PROPRI

173.042

Capitale netto

146.102

Utile di esercizio

26.940


Attraverso l’analisi per componenti sia del Conto Economico che dello Stato Patrimoniale, è possibile ottenere una prima immagine della gestione aziendale in termini relativi, prescindendo cioè dalle dimensioni aziendali e dai processi inflattivi. In questo modo è possibile confrontare sia i dati di più anni, che di più aziende. In questo caso Angelo mette in relazione i risultati (Conto Economico) dell’azienda Ventola con una media calcolata tra più aziende omogenee di cui tiene la contabilità (Tabella 12).

Tabella 12 COMPONENTI DEL CONTO ECONOMICO RICLASSIFICATO

COMPONENTI

Ventola

Media

ricavi di vendita

99,7%

91,4%

autoconsumi

0,3%

0,6%

anticipazioni colturali finali

3,4%

3,7%

rimanenze finali

1,2%

7,0%

anticipazioni colturali iniziali (-)

4,6%

2,8%

PRODUZIONE LORDA VENDIBILE

100,0%

100,0%

materie prime

13,5%

12,2%

noleggi passivi

5,4%

1,0%

manutenzioni e riparazioni

0,6%

0,6%

spese generali

1,1%

2,5%

VALORE AGGIUNTO

79,4%

83,7%

ammortamenti

14,2%

22,6%

PRODOTTO NETTO

65,2%

61,1%

oneri sociali

2,6%

6,7%

REDDITO OPERATIVO

62,5%

54,4%

interessi passivi (-)

5,6%

7,1%

interessi attivi

1,4%

1,5%

imposte e tasse (-)

5,0%

2,9%

contoterzismo

0,9%

3,5%

REDDITO NETTO

54,3%

49,3%


Iniziando dagli aspetti economici nell’azienda Ventola si evidenzia una maggiore incidenza dei costi variabili rispetto alla media, soprattutto nella componente dei noleggi passivi, che pesano per più del 5% della PLV. D’altro canto si nota come invece l’incidenza degli ammortamenti sia notevolmente più bassa che nella media. Questo può indicare che la politica aziendale del signor Ventola si è rivolta ad una minore meccanizzazione interna dell’azienda, ricorrendo più spesso ai noleggi passivi.
Altro elemento interessante è la più bassa percentuale dei costi di manodopera. Trattandosi di aziende in cui si ricorre quasi esclusivamente a manodopera familiare, la diversa incidenza è presumibilmente da imputare agli oneri sociali, che cambiano in funzione del numero di UL.
Le ultime considerazioni si riferiscono alla redditività operativa e netta. Entrambe risultano migliori nell’azienda Ventola; addirittura il 62% della PLV riesce a trasformarsi in reddito operativo, contro una media di quasi il 55%. Il margine positivo tra il risultato dell’azienda e quello medio si riduce leggermente passando alla redditività netta, a causa di una maggior incidenza negativa della gestione extracaratteristica. In ogni caso il fatto che oltre il 53% della PLV diventi reddito netto, contro una medio del 49%, non può che essere considerato positivamente.
L’analisi per componenti dello Stato Patrimoniale (Tabella 13) presenta una prima immagine della struttura patrimoniale e finanziaria da cui risulta che il signor Ventola possiede un’azienda piuttosto solida, in cui si ricorre scarsamente al finanziamento esterno, mentre la maggior parte degli investimenti sono stati finanziati nel corso degli anni dal capitale netto dell’imprenditore, e dal reinvestimento degli eventuali utili maturati. L’incidenza dei mezzi propri rispetto al totale delle fonti di finanziamento è superiore all’83% (circa 10 punti percentuali al di sopra della media) mentre, riguardo al ricorso al finanziamento esterno l’azienda sembra privilegiare i debiti a medio-lungo termine piuttosto che quelli a breve. Complessivamente risulta comunque una minore incidenza dei debiti, anche se non è detto che ciò sia sempre sintomo di salute aziendale.
Dal lato delle componenti attive la componente più consistente è rappresentata dal capitale fondiario, ed in particolare dal valore dei terreni, che a differenza di macchine, fabbricati e impianti non subiscono una perdita di valore nel corso degli anni (ammortamento), ma anzi lo incrementano. Riguardo al capitale agrario l’azienda Ventola si colloca notevolmente al di sotto della media, soprattutto a causa di uno scarso valore di macchine e attrezzature, determinato non solo da una inferiorità numerica, ma anche dall’invecchiamento.
Le considerazioni esposte attraverso l’analisi per componenti del Conto Economico e dello Stato Patrimoniale saranno successivamente riprese ed approfondite nell’analisi degli indici. Poiché però un’analisi accurata non può prescindere dalle caratteristiche tecniche dell’azienda, è interessante integrare i due schemi riclassificati con altre informazioni di carattere quantitativo, relativamente alla SAU, alla potenza delle macchine aziendali, oltre alle ore di lavoro complessivamente impiegata: tutti dati che sicuramente il signor Ventola sarà in grado di fornire.

Tabella 13 COMPONENTI DELLO STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICATO

COMPONENTI

Ventola

Media

IMPIEGHI FINANZIARI

100,0%

100,0%

CAPITALE FONDIARIO

76,6%

56,8%

Terreni

72,6%

38,2%

Impianti e fabbricati rurali

4,0%

18,6%

CAPITALE AGRARIO

16,8%

39,6%

Macchine

13,5%

30,2%

Attrezzature

2,1%

7,8%

Rimanenze finali

0,3%

1,1%

Anticipazioni colturali finali

0,8%

0,5%

LIQUIDITA' DIFFERITE

0,0%

0,6%

Crediti

0,0%

0,6%

LIQUIDITA' IMMEDIATE

6,6%

3,1%

Banca c/c

6,3%

2,8%

Cassa

0,3%

0,3%

FONTI DI FINANZIAMENTO

100,0%

100,0%

PASSIVITA' CORRENTI

2,8%

10,5%

Fornitori

2,4%

9,5%

Ratei passivi

0,3%

0,9%

PASSIVITA' CONSOLIDATE

13,5%

16,8%

Mutui

13,5%

16,8%

MEZZI PROPRI

83,7%

72,8%

Capitale netto

70,7%

63,5%

Utile di esercizio

13,0%

9,2%


Il signor Ventola ripensando all’ultimo incontro con il tecnico di sua fiducia prepara un piccolo schema con alcune informazioni tecniche utili per integrare i dati aziendali già elaborati, e per poter procedere poi al calcolo degli indici di bilancio, in modo da ottenere dei consigli sulla sua situazione aziendale. I dati che vengono inseriti nello schema si riferiscono alla SAU, alla potenza delle macchine aziendali, e al tempo lavorato in azienda dal proprietario e dai suoi familiari. A questo punto il signor Ventola va da Angelo per procedere alla fase dell’analisi vera e propria, con queste ulteriori informazioni (Tabella 14).

Tabella 14 INFORMAZIONI EXTRA-CONTABILI

SAU

35 HA

POTENZA

110 CV

LAVORO FAMILIARE

3.300 ORE


Considerando la scarsa disponibilità di tempo di entrambi, i due decidono che in quell’occasione, affronteranno solo l’analisi degli aspetti tecnici aziendali, rimandando ad altre occasioni la parte reddituale e quella finanziaria-patrimoniale. Angelo prima di procedere al calcolo dei parametri tecnici, deve esprimere le ore di lavoro impiegate da Ventola e da sua moglie, in termini di UL (unità lavorativa a tempo pieno in azienda), sulla base dell’equazione che 1 UL = 2.200 ore anno. Quindi nell’azienda Ventola risultano 1,5 UL.
Dai parametri tecnici (Tabella 15) che vengono calcolati dal tecnico si possono trarre alcune prime considerazioni, comparando i valori aziendali con una media ricavata dalle aziende assistite dal tecnico.

Tabella 15 PARAMETRI TECNICI

Indice

Azienda Ventola

Media riferimento

SAU/UL

23,3

21,3

CV/UL

73,3

76,2

KT/UL

21.588

66.102

K/UL

23.122

69.128

  • In primo luogo si nota la differenza consistente tra l’azienda in esame e il valore di riferimento relativamente agli indici che esprimono il capitale tecnico e quello agrario per addetto (KT/UL e K/UL). La differenza può essere imputata sia ad una minore capitalizzazione dell’azienda Ventola (magari ricorrendo al contoterzismo in maniera massiccia), sia al fatto che, pur essendo capitalizzata, le macchine e le attrezzature dell’azienda in esame risultano obsolete, e quasi completamente ammortizzate.

  • Sempre in relazione alle macchine, questa volta espresse in termini fisici, e quindi come potenza, si nota una riduzione della differenza tra i due dati, ad indicare che in azienda vi sono comunque macchine di una certa potenza, analoga a quella disponibile nelle altre aziende.

  • L’indicazione che deriva dal rapporto tra Superficie Agricola Utilizzata e le unità di lavoro (SAU/UL) evidenzia una maggiore estensivizzazione dell’uso del terreno, forse legata anche ad una migliore capacità di organizzazione e di gestione delle attività nell’azienda esaminata.

A tali affermazioni l’imprenditore conferma che in realtà nella sua azienda la trattrice da 110 CV è stata acquistata di recente (nel 1991) mentre le attrezzature sono abbastanza datate anche se tutte funzionanti, spesso soggette a rotture, come nel 1993 è successo ad esempio per la seminatrice, o per il rimorchio, che poi è stato sostituito. Uno dei motivi per cui il signor Ventola ha interesse a condurre l’analisi aziendale, è anche legato alla valutazione di convenienza economica per il rinnovo delle attrezzature. A queste prime indicazioni Angelo aggiunge che sarebbe opportuno in futuro mantenere una memoria di quanto è stato calcolato in modo da poter effettuare anche dei confronti nel tempo dei dati aziendali così da evidenziare le eventuali variazioni strutturali.
Per l’esame delle caratteristiche economiche e finanziarie dell’azienda occorre introdurre degli indici e dei quozienti specifici per cui si danno appuntamento alla settimana successiva.

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